OMELIA DEL VESCOVO OSCAR, NELLA SOLENNITA’ DELL’ASCENSIONE, PRESIEDENDO LA SANTA MESSA NELLA CHIESA DI SANTA MARIA REGINA A MUGGIO’
Ascensione del Signore – A
Amati
fratelli e amate sorelle,
È motivo di grande gioia il poterci
ritrovare insieme, sia pure con le debite distanze, sentirci in comunione con
tante famiglie che ci stanno seguendo mediante la TV e via streaming e
condividono il nostro rendimento di grazie. La celebrazione eucaristica
domenicale incomincia in alcune comunità, sia pure a numero chiuso: si tratta
di una ripresa graduale. Non tutte le parrocchie sono già in grado di
celebrare l’Eucaristia, soprattutto là dove il pericolo di contagio è più
marcato che in altri ambienti: una scelta prudenziale per non compromettere la
vita delle persone.
È consolante, tuttavia, sentirci
spiritualmente tutti uniti, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, che
in questi mesi ci hanno permesso di sentirci meno soli e tanto meno abbandonati
a noi stessi.
Una stessa linfa, la Parola di Dio, ha alimentato la nostra fede, creando
una unità tra di noi, che deve continuare anche in seguito.
Siamo persone, creati a immagine di Dio Trinità, vale a dire esseri in relazione profonda gli uni con gli altri, gli uni per gli altri. La fede si sviluppa all’interno di una dimensione comunitaria ed ecco allora il grande bisogno di condividere con i fratelli e le sorelle la Parola viva di vita, il Corpo e il Sangue di Cristo per tutti sparso e a tutti noi donato.
Ed è bello che scopriamo, proprio perché ci sentiamo un unico corpo, la bellezza delle relazioni tra noi nelle nostre comunità parrocchiali, comunità aperte, umili, cariche di speranza, che contagiano passione e fiducia e non ci accontentiamo di sentirci “cristiani devoti” in modo individualistico e astratto.
Nella liturgia di oggi celebriamo la festa
dell’ascensione del Signore Al cielo.
Non nel senso che Gesù risorto sale al cielo dimenticandosi dei suoi Apostoli, quasi
chiudendo una parentesi per il tempo vissuto tra noi.
Avendo ricevuto dal Padre ogni potere, in cielo e sulla terra, Gesù Cristo,
crocifisso e risorto, diventa il cuore del mondo, riveste di sé ogni realtà e
ogni creatura per trasfigurarla.
Tutto è avvolto dal suo amore, ogni creatura si sviluppa secondo il suo
progetto, che è quello che ha iniziato con la sua presenza tra noi, quindi
secondo il suo stesso stile evangelico. Esso comporta sempre fiducia e
confidenza in Dio nostro padre e insieme si
realizza mediante una “immersione” nella
vita reale delle persone, sempre però attraverso mezzi poveri, quindi
nell’umiltà, nella debolezza, nell’ amore perseverante fino al dono totale di
noi stessi. Il regno di Dio avanza senza ostentazione, accettando anche le
persecuzioni e ogni genere di prove, perfino il perdono delle offese.
Gesù
risorto, signore del
tempo e della storia, chiama i suoi discepoli a condividere il suo stesso disegno
perché l’umanità Intera, finanche la creazione, diventi un dono d’amore per la
gloria di Dio padre.
Per questo il Signore Gesù non ci lascia
mai soli. Egli intercede per noi presso il Padre, è presente con la sua umanità
glorificata presso Dio, ma insieme è sempre con noi, ci dona il suo Spirito
perché noi siamo in grado di vivere missionariamente la nostra vita.
Ossia capaci di concepire la nostra vita come una missione d’amore a servizio
dei fratelli, creando le condizioni perché il Regno di Dio si edifichi dentro
la storia degli uomini. Sappiamo che il Regno di Dio è la pienezza dell’amore,
della giustizia e della pace.
“”A me è stato dato ogni potere in
cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli. Ecco, io
sono con voi tutti giorni, fino alla fine del mondo” abbiamo sentito nel vangelo di oggi.
Da
parte di Gesù si tratta di un grande gesto di fiducia nei nostri confronti, perché
egli ci invia a condividere la sua stessa missione. Tuttavia per Gesù è anche
un grande rischio, conoscendo la nostra incostanza nel fare il bene, la
debolezza della nostra fede. Non deludiamo la fiducia che il Signore ripone in
ciascuno di noi! Da
parte sua, Gesù risorto ci dona lo Spirito santo per lottare contro ogni
forma di male, che rallenta la crescita del Regno di Dio, ma anche ci sostiene
nell’impegno generoso per la costruzione
della civiltà dell’amore e della giustizia, ciascuno secondo i doni ricevuti.
Tutto è affidato alla nostra libertà, alla nostra capacità di rispondere
responsabilmente e con amore al grande disegno di Dio.
L’Eucaristia che celebriamo e riceviamo non è un tesoro geloso da custodire per
noi stessi, in uno spiritualismo sterile, ma la condizione per agire
efficacemente dentro il corpo ecclesiale vivendo come Gesù, con la sua stessa
passione missionaria, che potremmo sinteticamente riassumere cosi: “una
vita per…”