San Giacomo

La chiesa di San Giacomo sorge nel centro di Como, dietro al Palazzo del Broletto, a metà strada tra la Cattedrale e il Palazzo Vescovile.

Il suo aspetto attuale è il frutto delle demolizioni e delle trasformazioni di una grande basilica edificata probabilmente nella seconda metà dell’XI secolo.

Storia


Le origini e le funzioni di questo edificio religioso non sono state ancora perfettamente chiarite.

Edificata nel cuore del potere civile e politico della città di Como l’antica basilica costituiva con ogni probabilità il secondo elemento di una “cattedrale doppia”, una tipologia di architettura ecclesiastica presente anche in altre città dell’Italia Settentrionale. Questa chiesa assunse presto una prevalente funzione civile divenendo sede delle assemblee pubbliche del comune. Contemporaneamente venne meno il suo originario rapporto con l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore. Certamente nel 1279 San Giacomo era già sede parrocchiale.

L’antico edificio romanico era suddiviso in tre lunghe navate, divise da pilastri cilindrici con capitelli cubici. Le navate erano coperte da un tetto con capriate a vista, mentre il transetto era sovrastato da un tiburio. Erano presenti tre absidi, la maggiore delle quali, centrale, era dotata di nicchie e di una loggia esterna. Sicuramente la basilica aveva un campanile che forse faceva coppia con la torre del Broletto.
A ridosso della chiesa sorsero numerosi edifici e l’area circostante fu teatro di scontri armati tra le fazioni cittadine. Il forte stato di degrado della chiesa e la crescente importanza della vicina cattedrale portarono, nel 1578, alla decisione di demolire parte dell’edificio. La chiesa venne dunque dimezzata in lunghezza e nei decenni successivi si avviò la trasformazione barocca di quel che restava dell’antica chiesa medievale.
Nel 1672 la parrocchia di San Giacomo fu assegnata da papa Clemente X ai padri della Congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, fondati nel 1668, i quali godevano del sostegno del cardinale comasco Benedetto Odescalchi, il futuro papa Innocenzo XI.

Nel 1798 e 1800 gli occupanti francesi soppressero anche la Congregazione e tutti i suoi beni furono requisiti e messi in vendita. Negli anni seguenti San Giacomo, riaperta al culto, divenne una chiesa sussidiaria della Cattedrale. Nel 1836 vi venne fondato un Oratorio festivo per i fanciulli e giovani della città.

Negli anni Settanta del Novecento la chiesa è stata oggetto di radicali interventi di restauro che hanno ripristinato molti elementi romanici, cancellando quasi completamente l’aspetto barocco.

Facciata


La facciata “a capanna” fu realizzata su progetto dell’architetto Giovanni Antonio Piotti da Vacallo. Si caratterizza per l’intonaco color ocra, la decorazione a finti marmi e il grande finestrone termale. Nella parte superiore della facciata è visibile il Trionfo della Croce. Il tetto è sovrastato da un modesto campanile “a vela”.

Interno


All’interno spicca il coro romanico, con abside semicircolare a sette nicchie. Esso è ora privo dell’altare settecentesco, sul quale era il Martirio di san Giacomo (sec. XVII) attribuito ai fratelli Giovanni Paolo e Giovanni Battista Recchi (la tela si trova attualmente nella vicina chiesa di San Provino).

Intorno alla metà del Seicento il catino absidale venne decorato con la Pentecoste affrescata dal ticinese Giovanni Battista Colomba. Nella cappella laterale destra del transetto – già di patronato della famiglia Cernezzi – è presente un altare con San Filippo Neri in adorazione di Cristo crocifisso (1680 ca.), opera attribuita a Giovanni Stefano Doneda detto “Montalto”. Nella vicina cappella è invece visibile il bel San Giuseppe (1740 ca.) dipinto dal veneziano Giovan Battista Pittoni.